mercoledì 24 settembre 2008

venerdì 20 giugno 2008

Carnevale a Sala Consilina (1985)

Jack di Robin WIlliams

Un mito

Jack


Lo sai perché mi piace insegnare ai bambini, Jack? Perché non devo preoccuparmi di essere adulto, perché così posso dedicarmi a tutte quelle altre cose che sono importanti nella vita. Andare in bicicletta, giocare su una casa sull’albero, saltellare nelle pozzanghere con le scarpe nuove ai piedi… e tu, amico mio, eri il più speciale dei miei studenti, e fino a poco fa rappresentavi il mio studente ideale. Sei una stella cadente in mezzo a tutte le altre normali…Hai mai visto una stella cadente, Jack? -No… -oohh…è una cosa meravigliosa, passa in fretta , ma, finchè è visibile, illumina tutto quanto il cielo…è la cosa più bella che uno possa mai augurarsi di vedere. Tanto bella che le altre stelle si fermano… per osservarla… ma è quasi impossibile vederla. -Perché? -Perché sono stelle rare, molto rare, ma io ne ho vista una, davvero… -io voglio essere una stella come tutte le altre… -Jack, tu non sarai mai come tutti gli altri, tu sei spettacolare!



lunedì 11 febbraio 2008

sabato 9 febbraio 2008

Vignette Daniel Rabanal

Ancora e sempre Rabanal


Daniel Rabanal
Daniel Rabanal nació en Buenos Aires, en 1947, pero irrumpió en el mundo de la caricatura y el humor gráfico en Bogotá al comienzo de la década de 1990. Arquitecto de formación y profesión, Rabanal se ha desempeñado como ilustrador en las principales editoriales colombianas.

Es autor y coautor de cerca de treinta libros para niños y jóvenes publicados por Alfaguara y otras casas editoriales. En1994 comenzó a publicar sus apuntes gráficos en la revista La Nota Económica . Luego, El Espectador publicó su historieta Aventuras del Gato durante varios años, pero El Cielo punto com, un cuento ilustrado sobre la actividad de Dios cibernavegante en su despacho celestial, que publica semanalmente la revista Cambio, ha sido la creación que mayor popularidad le ha otorgado a Rabanal.

Alabama


La bandiera:La croce color cremisi di St. Andrew sta su un campo bianco; è stata modellata dopo la bandiera della guerra Confederata ed adottata nel 1895. Le barre che formano la traversa non devono essere più piccole di sei pollici e devono estendersi diagonalmente attraverso la bandiera da lato a lato.












Zip Code: AL
Capitale: Montgomery
membro dell'unione dal 14 dicembre 1819
22° Stato dell'unione.
ORIGINE NOME: Nella regione viveva la tribù indiana Alibamu, che significa tagliatori di bosco: da qui il nome dello Stato.

MAPPA:
Lo stato si compone di 67 Contee.


martedì 5 febbraio 2008

1 milione di Playstation 3




TOKYO - Utilizzare le Playstation 3 come se fossero dei computer e aumentare cosi' la potenza di calcolo di laboratori di ricerca. All'iniziativa lanciata dalla Sony e dall'americana Stanford University circa un anno fa, hanno gia' aderito un milione di persone nel mondo. Un successo che consente ai ricercatori di affrontare problemi altrimenti irrisolvibili per via informatica o che comunque avrebbero richiesto anni di lavoro. Il tutto e' reso possibile da un dispositivo (Folding@home) scaricabile da internet e dalla potenza di calcolo del processore Cell di ogni Playstation, che cosi' diventa un calcolatore in rete. I calcoli vengono inviati tramite internet e rielaborati dalle consolle quando sono in funzione, quindi durante il gioco, ma senza interferire ovviamente. Nello specifico il milione di partecipanti sta supportando ricerche su malattie neuro-degenerative e alcune forme di cancro, attraverso lo studio della formazione delle proteine.

Lino Banfi - Allenatore nel pallone - bizona

lunedì 4 febbraio 2008

venerdì 1 febbraio 2008

Jack lo squartatore


Un giorno, gli uomini si volteranno indietro e diranno che io sono stato il precursore del XX secolo. (Sir William Gull)

Temo che il Dr. Ferral sia affetto dal male del chirurgo, sa tutto sull'anatomia, niente sul sentimento. (Sir William Gull)

Fabrizio De Andre - animazione di brani

Diego Armando Maradona - England vs Argentina - Mexico 1986

Serie: Gli intramontabili.

giovedì 31 gennaio 2008

Daniel Rabanal 2

LA SATIRA POLITICA E IL PROFETA VISTI DA SUD 8/2/06

Parla Daniel Rabanal , matita satirica del colombiano Cambio

Emanuele Giordana

Mercoledi' 8 Febbraio 2006


Daniel Rabanal, argentino di nascita e colombiano di adozione (ma di origini italiane: la sua famiglia è di Sala Consilina), è la penna satirica del settimanale Cambio, la rivista colombiana creata da Gabriel García Márquez. I protagonisti delle sue vignette satiriche sono soprattutto Dio e San Pietro: due personaggi molto terreni che guardano dall’alto in basso le piccole cose del mondo. E, senza scomodare il profeta, ne discutono addirittura con Allah. Il suo è il punto di vista di un affermato vignettista latinoamericano, patria della satira politica nei tempi duri delle dittature golpiste. Gli abbiamo chiesto di commentare le vicende di questi giorni, le reazioni, la decisione di ripubblicare le vignette.
La polemica è scoppiata proprio dalla ripubblicazione delle vignette del Posten…
Dal mio punto di vista la polemica suscitata da queste caricature mette in evidenza l’insostenibile complessità delle relazioni internazionali in un mondo globalizzato ma anche unipolare. Da una parte c’è l’estrema intolleranza del mondo musulmano che, eretto a unica controparte della vicenda, sembra non avere via d’uscita. Dall’altra parte c’è invece una superbia leggera e che esprime il disprezzo dell’Occidente di fronte a una cultura che, ragionevolmente, non intende accettare le condizioni che gli si vogliano imporre. Una volta scoppiata la polemica, la ripubblicazione delle caricature da parte di altri giornali europei mi è sembrata una provocazione del tutto gratuita.
In che senso?
Voglio dire che non deve esistere alcun obbligo da parte di chi non professa una determinata religione di seguire alla lettera i suoi precetti (nelle mie caricature Dio dialoga con Allah, suo cugino), però mi pare anche una norma elementare non mancare di rispetto a nessuno. Ad ogni modo mi pare ovvio che, tanto da una parte come dall’altra, è stato fatto un utilizzo politico smisurato della vicenda, mettendo sempre più legna al fuoco e facendo arrivare la questione a un punto francamente esagerato. Una riflessione che dovrebbe essere propria di chi dirige i mezzi di informazione è che nulla di ciò che si dice, si scrive, si commenta, o più in generale si diffonde, è limitato a uno spazio ridotto. Di conseguenza, la responsabilità deve essere ancora più grande.
Hai mai avuto problemi col tuo lavoro di matita satirica in Colombia?
Personalmente no. Nelle mie vignette Dio e (san) Pietro commentano soprattutto quello che accade qui in terra e abitualmente ne discutono con Allah, il Diavolo o Budda. L’unica critica che ho ricevuto è stata quella di un medico che protestò per via del fatto che Pietro … fuma costantemente. Pare che questo non sia di buon esempio per i mortali…
Quanto è importante il lavoro di commentatori che, in un disegno, divulgano un breve ma intenso editoriale?
La satira politica è una forma di opinione e commento che mi sembra fondamentale. Il suo carattere, necessariamente sintetico e tagliente, rende manifesti aspetti della realtà che non sono sempre di facile accesso per la parola scritta. In America latina è stata di grande utilità nei tempi in cui esisteva una censura davvero estesa e quando la denuncia attraverso la satira risultava una forma contro la quale le autorità potevano poco. Per fortuna, sembra che quei tempi, per lo meno in gran parte dei paesi del continente, siano alle spalle. Oggi non è più necessario utilizzare esotiche perifrasi per dire che questo va bene o quest’altro va decisamente male.


Daniel Rabanal


DA SALA CONSILINA AL SETTIMANALE DI GARCIA MARQUEZ 10/4/03

Il disegnatore satirico più noto della Colombia è nipote di immigrati del salernitano. Storia di una penna caustica: quella di Daniel Rabanal,

Maurizio Sacchi

Giovedi' 10 Aprile 2003
Daniel Rabanal ha imparato a disegnare in un luogo insolito: un carcere della Patagonia. Per la verità, anni prima, era stato uno studente di architettura a Buenos Aires. Ma la sua carriera di architetto era stata interrotta da una serie di eventi drammatici: prima, il deteriorarsi della situazione politica ed economica degli ultimi anni di Isabelita Peròn, poi, la militanza nelle fila dei Montoneros, il movimento clandestino che si opponeva all’imminente golpe militare. Il giovane studente fu mandato a Mendoza, nell’interno. La sua nuova identità prendeva spunto dalle sue origini, che, come per il quaranta per cento degli argentini, sono italiane. La copertura dei Montoneros di Mendoza era dunque una ditta importatrice di Lambrusco di Sorbara.
Per la verità, le origini dei D’Amato, i nonni materni di Daniel, sono ben distanti dalle vigne di Sorbara. Sala Consilina, provincia di Salerno, era il paese da cui erano partiti i due nonni, parte della grande emigrazione di fine secolo che portò gli italiani dall’altra parte dell’Atlantico. Emigrazione biblica verso una terra promessa di uomini e donne che spesso non sapevano né leggere né scrivere, e che meno che mai avevano un'idea precisa di dove stessero andando. Sapevano però da cosa fuggivano: la fame. Oggi che Rabanal è diventato il più famoso disegnatore satirico di un altro Paese sudamericano, la Colombia, la fame vive ancora nei suoi personaggi di carta. Del resto la fame è sempre stata una costante in America latina, dice Rabanal, seduto alla tavola di una trattoria romana, dove divora con tracce evidenti della fame atavica un piatto di trippa. "L'unica differenza è che ora se ne parla. Almeno a questo la globalizzazione é servita".
Rabanal è in Europa, perché una cittadina francese lo ha invitato per premiarlo. Le sue vignette sul settimanale colombiano fondato da Garcia Marquez Cambio16 sono diventate un appuntamento fisso per i lettori dello sfortunato paese andino, dove la violenza, politica e comune, non sembra finire mai. Eppure qui, dove nessuno penserebbe di rifugiarsi, Rabanal ha trovato la sua seconda vita. Dopo nove anni di galera, segnati dalla tortura, dall'uccisione della prima moglie, dalla continua minaccia di morte, la caduta della dittatura causata dalla guerra delle Falkland-Malvinas lo ha scaraventato in una Buenos Aires tutta diversa, e nel pieno della crisi economica. E' stato allora che lo spirito dell'emigrante, alimentato da quell'altro antico retaggio, la fame, lo ha spinto a cercare altri lidi. L'Argentina, per antica tradizione, è terra di disegnatori e fumettisti: da qui vengono Munoz e Sampayo, Toppi, Breccia, e qui venne a farsi le ossa un giovane Hugo Pratt. Troppa concorrenza, insomma. E così un viaggio in Colombia si è trasformato nella scoperta di un inaspettato Eldorado. Dopo anni di gavetta, a illustrare per pochi pesos testi per le elementari, un primo colpo: Gato, un ragazzino alla Tin Tin, che svolge indagini nel bel mezzo della fantastica, esuberante, selvaggia realtà colombiana. Pubblicato a puntate sul supplemento domenicale del quotidiano Espectador diviene in breve un mito: i colombiani, abituati da sempre solo ai fumetti d'importazione, si entusiasmano a riconoscere nelle vignette i luoghi a loro cosi familari: la Plaza de toros Santa Maria, la Catedral, e poi la loro giungla, le Ande, il mare…Ma la vocazione vera di Daniel è la vignetta politica, che ha il pregio di riunire in un solo quadro i diversi aspetti della sua esperienza e del suo carattere. In un Paese dove esprimre un'opinione "sbagliata" può costare, è costata la pelle a tanti giornalisti, la battuta satirica e i personaggi di carta sembrano godere di una loro immunità. Così Daniel si è sposato con una bella colombiana, vive in una casetta tranquilla col suo cane Che, e a volte, grazie a un invito, riesce anche a permettersi un viaggio in Europa che i pesos non potrebbero pagare. Ora si esercita nell'uso dell'italiano, nel quale fa rapidissimi progressi, che si devono più all'istinto dell'emigrante che agli insegnamenti della nonna. Che visse dagli otto anni alla sua morte in Argentina, senza sapere una parola di italiano o di spagnolo. Nei ricordi di Daniel emergono frasi della sua infanzia, difficili da decifrare. Un quesito da girare ai lettori: cosa avranno voluto dire due zingare, sorprese alla fine dell'Ottocento a sgraffignare in una casa, quando una avverte così l'altra dell'arrivo di un estraneo: "Arrà vollia caccia fora"? Daniel avrebbe voluto andare a Sala Consilina, durante questo viaggio. Forse per sapere la risposta. Ma i giorni sono pochi, ed è difficile convincere una moglie a preferire questo a Venezia, o a Roma…Ci sono imprese più difficili che traversare l'Oceano.


mercoledì 30 gennaio 2008